BUONE PRATICHE AGRONOMICHE

Integrata, sostenibile e innovativa la filiera agroalimentare italiana assicura un efficiente controllo di qualità e di tracciabilità dell’intero ciclo di vita del prodotto nel rispetto di rigorosi standard normativi di sicurezza alimentare e di salvaguardia dell’ambiente.

La produzione orticola ad alto contenuto di servizio (quella che caratterizza i cosiddetti prodotti di “IV gamma”) è tra i comparti agricoli in cui vengono effettuati significativi investimenti in ricerca e sviluppo, finalizzati a identificare una selezione di cultivar ad alte rese e ridotto input di fitofarmaci e fertilizzanti.

L’elevato livello di integrazione che caratterizza la filiera della quarta gamma garantisce una produzione efficiente, sicura e tracciabile ma allo stesso tempo fa sì che condizioni metereologiche avverse, presenza di patogeni infestanti le coltivazioni e la variabilità dei prezzi di vendita, influenzino l’intera catena produttiva. I cambiamenti climatici sono tra i più rilevanti fattori che condizionano la redditività della produzione orticola, causando difficoltà di carattere qualitativo e quantitativo legate al reperimento della materia prima destinata alla valorizzazione in prodotti ad alto contenuto di servizio.

In risposta alle necessità sociali e ambientali, è in forte crescita lo sviluppo di pratiche agricole sostenibili in grado di coniugare l’esigenza di alte rese e la salvaguardia ambientale basate sull’uso consapevole del suolo, la riduzione nell’uso di fertilizzanti e la minimizzazione delle emissioni di gas serra, in un’ottica di economia circolare e di green economy. Queste pratiche prevedono, tra le altre, l’utilizzo di tecniche di fertilizzazione sostenibile e l’impiego di tecniche di miglioramento genetico per generare varietà più resistenti ai patogeni e a condizioni ambientali sfavorevoli.

PRATICHE AGRONOMICHE SOSTENIBILI PER IL CONTROLLO DEI PATOGENI

Dagli agrofarmaci alle soluzioni biologiche e integrate

Sostanze ottenute per via sintetica o di origine biologica, gli agrofarmaci sono impiegati nella protezione della coltivazione durante tutti gli stadi della sua crescita. Spesso definiti erroneamente pesticidi, gli agrofarmaci comprendono una larga classe di molecole e principi attivi finalizzati ad ottemperare con meccanismi di azione differenti la protezione della pianta.

Dal contrasto agli infestanti fino alla protezione, si distinguono cinque principali categorie in funzione delle tipologie di trattamento: fungicidi o anticrittogamici, insetticidi e acaricidi, erbicidi o diserbanti, nematocidi e fumiganti – a supporto della disinfestazione del terreno, fitoregolatori – a supporto della crescita.

Nel corso degli ultimi decenni, gli agrofarmaci hanno giocato un ruolo fondamentale ed insostituibile connesso all’aumento esponenziale del consumo di prodotti agricoli, consentendo una produzione intensiva a basso costo a beneficio di resa, sicurezza e qualità degli alimenti. In assenza di agrofarmaci il rischio di un sensibile abbattimento della produzione agricola è reale, principalmente a causa dell’incremento di patogeni responsabili di gravi crisi nella produzione agricola.

Due i progetti promossi da O.P. Sole e Rugiada a valere sul PSR 2014-2020 Misura 16 di Regione Lombardia finalizzati a contrastare, con pratiche agronomiche a basso impatto ambientale, la presenza di un virus in grado di infettare velocemente le produzioni di insalate a cespo coltivate a pieno campo e destinate a prodotti di IV Gamma.

IL PROGETTO PRO.VIR.VE

IL PROGETTO I.N.P.A.C.T.