RISPETTO AMBIENTALE

Nell’arco di un decennio, e più precisamente entro il 2030, “Farm to Fork Strategy” mira a trasformare il sistema alimentare europeo, rendendolo più sano, equo e sostenibile, nel Continente e non solo, come previsto dagli obiettivi della transizione ecologica del “Green New Deal”.

La strategia perseguita sarà decisiva per rendere l’Europa il primo continente a impatto climatico zero e il settore agroalimentare gioca un ruolo chiave. Inoltre essa punta sul legame tra persone, società e pianeta, generando conseguenze positive per tutti: il cibo e le modalità con le quali viene prodotto, infatti, possono rafforzare questo rapporto, che troppo a lungo non è stato sufficientemente valutato.

Produrre in modo più sostenibile e sano consoliderebbe la posizione dell’Europa come punto di riferimento per gli standard alimentari a livello globale. Peraltro, il settore agricolo europeo è l’unico al mondo ad aver ridotto le emissioni di gas serra del 20% a partire dal 1990”.

La strategia Farm to Fork coinvolge tutta la filiera agroalimentare, e di fatto rappresenta un tentativo senza precedenti per progettare una politica alimentare comune per tutti gli Stati membri, capace di intervenire dalla produzione al consumo. Inoltre, di riflesso, si vogliono influenzare positivamente gli standard produttivi a livello globale, disincentivando le pratiche non sostenibili anche negli Stati extraeuropei, a partire dai principali partner commerciali in ambito alimentare, per una transizione il più possibile condivisa.

I traguardi di massima che la strategia Farm to Fork si è posta possono essere sintetizzati nei seguenti punti:

  • rendere la produzione alimentare più sostenibile, dalla lavorazione alla vendita, riducendo emissioni, consumi energetici e sprechi, anche nel settore dell’ospitalità e in quello ristorativo;
  • salvaguardare la fertilità dei terreni, un capitale prezioso e spesso trascurato;
  • garantire la sicurezza alimentare e contrastare le frodi lungo tutta la filiera;
  • promuovere l’acquisto di cibi prodotti rispettando l’ambiente e la pratica di abitudini sane a tavola, anche grazie all’etichettatura.

Le azioni da attuare entro il 2030, fissate con un percorso analogo a quello dell’Agenda Onu, sono:

  1. dimezzare l’uso dei pesticidi chimici, riducendo ulteriormente quelli più dannosi per ambiente e salute umana;
  2. ridurre l’eccessivo impiego di nutrienti nel settore agricolo, calando del 50% le perdite di sostanze del suolo e del 20% l’uso dei fertilizzanti, perché un’agricoltura meno esigente porterà a un minore sfruttamento del terreno e a una ridotta necessità di integrazioni per lo sviluppo delle piante;
  3. ridurre del 50% le vendite di antimicrobici destinati all’allevamento e di antibiotici per l’acquacoltura, diminuendo i rischi dovuti all’antibioticoresistenza, per evitare la continua rincorsa per trovare nuovi prodotti efficaci contro i patogeni;
  4. destinare il 25% dei terreni agricoli ad agricoltura biologica, azione che si coniuga con le tre appena citate.

La ricerca di soluzioni alternative all’uso di pesticidi chimici e all’eccesso di fertilizzanti sono i contenuti di alcuni progetti ad oggi in corso in cui O.P. Sole e Rugiada si è attivata in qualità di capofila di partenariati cui partecipano Università, Enti di Ricerca e altre aziende del settore agroalimentare.

IL PROGETTO PROFOOD-IV

 

IL PROGETTO MO-PAS